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Verità così profonde non si apprendono se non avendo sete,amando e
morendo: tre attività che necessitano di un corpo.
A. Nothomb

Di Pierluigi Ametrano

1 – Introduzione

Il primo ottobre del 2022, Elon Musk scrive su Twitter: «Fasting», ovvero digiuno, ed il giorno seguente aggiunge: «And Wegovy». I due tweet possono apparire estremamente criptici, ma, in realtà, esprimono solo una delle innumerevoli pratiche virali che hanno al centro il corpo e sono diffuse dai social media. Wegovy è un farmaco per diabetici di tipo 2, che contiene un principio attivo, il semaglutine generico, che imita un ormone naturale il glp-1, glucagon-like peptide, che aumenta la quantità di insulina prodotta dal pancreas, inibisce il senso di fame, rallenta lo svuotamento dello stomaco e quindi conduce ad un veloce dimagrimento.

Wegovy e altri farmaci simili, quali Ozempic e Mounjaro, hanno invaso il mercato statunitenze, dove i medici sono liberi di prescrivere medicinali, per uso diverso da quello per cui sono stati autorizzati, se pensano che un paziente possa trarne beneficio. In poco più di un anno, le prescrizioni sono aumentate del 64%, è il caso dell’Ozempic, ma quello che stupisce e che i canali pubblicitari scelti per veicolare il prodotto non sono i tradizionali, bensì i media digitali TikTok e Instagram, forse perché a rendere ancora più popolare tale nuova strategia per modellare il proprio fisico è stata Kim Kardashian, che lo aveva usata per entrare nel vestito di Marilyn Monroe per il Met Gala del 2022.

Il ruolo dei dispositivi informatici riscrive ancora una volta il rapporto con il corpo proprio, con dinamiche talvolta estreme sia per le esperienze cinestetiche indotte nei soggetti e sia per la velocità con cui si propagano «un capriccio schiavo delle dinamiche FOMO dettate dalla velocità di aggiornamento algoritmica dei feed dei social network che ci convincono di poter cambiare la nostra vita con uno scroll, a ogni momento».1

La paura di essere tagliati fuori, da cui la sigla FOMO, stravolge nuovamente la percezione della corporeità del singolo, soprattutto nella dimensione virtuale, laddove filtri o challenge continuamente agiscono sul fisico come mezzo di competizione o di espressione.

Obiettivo dell’articolo è dare una duplice lettura foucaultiana, per indagare gli effetti di potere.

2 – Potere e corpo

Dopo anni di body positivity, per accettare le proprie forme e imperfezioni contro gli ideali estetici imposti dall’industria della moda, il corpo magro diviene nuovamente un fattore fondamentale nella costruzione della singolarità, «una volta qualcuno mi ha detto che avevo una personalità da taglia 36 e che mi immaginava più magra, […] racconta [Allison]. Non si dice, ma lo sappiamo tutti: essere magri dà potere».2

Allison non lo sa, ma da sempre il suo corpo è lo spazio di un conflitto silenzioso, che mira a costituire prima e ad appropriarsi poi dei singoli e della loro corporeità, in un processo di co-formazione reciproca che agisce tramite delle strategie materiali precise, perché «nulla è più fisico, più corporeo dell’esercizio del potere».3

Le relazioni di potere attraversano i corpi come un campo di battaglia, anzi sono le forze che si fronteggiano sul terreno a far esperire al soggetto la propria fisicità, «la padronanza, la coscienza del proprio corpo non si sono potute raggiungere che per effetto dell’investimento del corpo da parte del potere: la ginnastica, gli esercizi, lo sviluppo muscolare, la nudità, l’esaltazione del bel corpo… tutto questo è nella linea che conduce al desiderio del proprio corpo attraverso un lavoro insistente, ostinato, meticoloso che il potere ha esercitato sul corpo dei bambini, dei soldati, sul corpo in buona salute».4

I social media non fanno altro che continuare tale battaglia ma con altri mezzi. I dispositivi informatici adottano delle strategie più visibili e più efficienti per educare il fisico e per raggiungere i loro obiettivi, ma sono pienamente immersi nelle dinamiche di tale lotta. Le moderne tecnologie digitali forniscono infatti una misura matematicamente più precisa della fatica che il soggetto compie nel tentativo di accrescere le dimensioni fisiche, e quanto più rigorosa e puntuale è la misurazione dell’impegno tanto maggiore può essere l’intervento del potere nella biologia dei singoli. Le applicazioni sociali si adoperano incessantemente per manipolare e trasformare i singoli, non solo tramite una diretta dimostrazione dell’attività corporea, ma proponendo anche una dietistica che esalta gli elementi che favoriscono la crescita muscolare a scapito degli altri macronutrienti. Appendice di tale contesa è la produzione sempre più diffusa di cibi strettamente proteici o di integratori che leniscono lo sforzo e incitano ad allenarsi sempre di più.

Le relazioni di potere affidano alla tecnologia la cura del corpo, così i parametri vitali sono raccolti come dati e usati per elaborare una prassi maggiormente efficace, ma una tattica, che calcola i valori e le funzioni fisiologiche, trasforma la cura in performance e la performance diviene ben presto competizione tra i soggetti. Così, anche la comunicazione nei social media assume la forma di una rivalità, non è un caso che su TikTok i contenuti virali siano indicati come challenge, ovvero come sfida, e consistano sull’emulazione di un gesto fisico (come il canto o il ballo).

L’adozione di un lessico agonistico mostra chiaramente quanto le relazioni di potere abbiano pervaso il corpo sociale e dei singoli; infatti, non bisogna dimenticare «l’importante relazione chiastica tra le forme di performatività linguistica e quella di performatività sociale» 5. In altre parole, il calcolo accurato e rigoroso delle funzioni vitali da parte degli algoritmi delle applicazioni è una forma di enunciato che incita il soggetto al continuo e incessante miglioramento della propria fisicità. La corporeità risponde alle sollecitazioni performative sia quando è impegnato in gravosi allenamenti, sia quando assume una quantità adeguata di nutrienti, fino al paradosso del corpo esposto ma celato, nei profili di Onlyfans, laddove gli utenti mostrano a pagamento un corpo bello e sensuale, fortemente erotizzato, ma nella distanza confortante di uno schermo. Eppure, tali nuove tendenze offerte dalle moderne tecnologie, sono nient’altro che le schermaglie di uno scontro incessante, che manipola e trasforma i corpi e i soggetti e i device elettronici rappresentano per i singoli la possibilità di esperire se stessi in modo sempre differente, «i rapporti che dobbiamo avere con noi stessi non sono rapporti di identità, devono essere, invece, rapporti di differenziazione, di creazione, di innovazione». 6

Il digitale e il virtuale scardinano definitivamente il mito del soggetto come sostanza: la soggettività è una forma proprio perché non è mai identica a se stessa. Una formazione multistrato scomposta in una molteplicità di frammenti, in altre parole, la singolarità è dispersa in una miriade di forme che hanno rapporti di inferenza tra di loro, ma non danno mai vita ad una dimensione unica.

Il soggetto multiforme è allora immerso nelle relazioni di potere, che sono anch’esse mobili, reversibili e instabili, ma «le relazioni di potere possono esistere soltanto nella misura in cui i soggetti sono liberi»7,quindi solo dove c’è libertà ci può essere potere. Solo che anche la libertà non è una sostanza, ma una pratica o una resistenza; quindi, tra il soggetto e il potere esiste una tensione che si esercita solo su un campo libero.

Così, la ricerca del corpo magro è solo un episodio di una contrapposizione irrisolvibile tra le relazioni di potere: accettazione e culto del corpo sono due aspetti di una strategia di potere, «come risposta alla rivolta del corpo, troviamo un nuovo investimento che non si presenta più sotto la forma del controllo-repressione ma sotto quella del controllo-stimolo: “denudati… ma sii magro, bello, abbronzato”».8

Le pratiche tecnologiche permettono di esperire la corporeità in modo inusuale ed inedito, così da tentare formazioni identitarie differenti, perché hanno aperto nuovi spazi di libertà, in cui avvenisse un confronto mai visto prima tra le relazioni di potere e il corpo del singolo, così che potessero accadere e manifestarsi differenti strategie di potere e differenti forme di resistenza.

1 – E. Teneggi, Volere tutto, in fretta, godendo poco: sopprimere l’appetito ci renderà felici, in «Rolling Stone Italia», rivista online, marzo 2023.
2 – M. Schneier, The Cut, in «Internazionale», XXX, n. 1506, pp. 42-47:42.
3 – M. Foucault, Potere – corpo, in M. Foucault, Microfisica del potere, Einaudi Torino pp. 137-146: 140.
4 – Ivi, p. 138.
5 – J. Butler, L’alleanza dei corpi, Nottetempo Milano, 2017, pp. 19.
6 – M. Foucault, Michel Foucault, un’intervista: il sesso, il potere e la politica dell’identità 1984, in M. Foucault, Estetica dell’esistenza, etica, politica. Archivio Foucault 3, pp. 295-306 :299.
7 – M. Foucault, L’etica della cura di sé come pratica della libertà, in cit. pp. 273-294: p. 284.
8 – M. Foucault, Potere – corpo, cit. p. 139.

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