Gli studiosi Gennaro Maria Barbuto e Giovanni Scarpato hanno recentemente curato una raccolta di saggi dal titolo Polis e polemos. Giambattista Vico e il pensiero politico per la collana «Percorsi di confine» della casa editrice Mimesis.
A partire dal confronto, dall’analisi e le influenze delle principali opere vichiane (in particolare La Scienza Nuova e le sue diverse edizioni), questo nuovo contributo all’interpretazione del pensiero del celebre intellettuale napoletano propone interessanti lavori sia di noti che di promettenti studiosi.
Il volume, oltre alla bella ed efficace introduzione dei curatori, è composto da due sezioni tematiche («Riflessioni su Giambattista Vico» e «Momenti della ricezione di Vico e i suoi interpreti») in cui vengono presentate letture che, nella loro eterogeneità, mostrano un’attenta distinzione tra quella che può essere l’immediata politicità di una proposta filosofica e la sua più indiretta valenza di riflessione su temi caratteristici della storia del pensiero politico (come il tema della comunità, della cittadinanza o ancora delle ragioni volte a rinsaldare o indebolire il vincolo sociale). Inoltre, gli studi pubblicati nelle due sezioni riescono a sollecitare inedite piste di ricerca sia per quanto riguarda l’opera vichiana, sia per quanto concerne la sua ricezione in quegli intellettuali che hanno avuto modo di confrontarsi con il suo pensiero.
Tra i tanti contributi di spessore, ci è parso di particolare interesse il lavoro di Giovanni Scarpato, dal titolo Vico e le arti della dissimulazione, che inaugura la seconda sezione della raccolta con un ideale percorso attraverso alcune opere filosofiche vichiane per tentare una prima definizione del rapporto tra l’autore e le arti dissimulative. Arricchendo quel fecondo filone di ricerche volte ad approfondire il legame del nostro filosofo con il pensiero seicentesco e la cultura barocca, lo studioso propone dunque una convincente ipotesi secondo cui l’atteggiamento vichiano verso le pratiche di dissimulazione dimostri una certa coerenza, tanto da rendere possibile il rinvenimento di un atteggiamento che, per quanto complesso, appare costante rispetto a tale problematica. Infatti, il tema della dissimulazione, pur non emergendo in maniera perentoria all’interno dell’orizzonte concettuale vichiano, ha una sua valenza quando valutato nell’economia complessiva del suo pensiero. Inoltre, un’analisi di questo non solo consente di mettere a fuoco importanti questioni interne alla stessa concezione vichiana della politica, ma richiede anche la comprensione di quello scarto che Vico ravvisa tra l’antichità eroica e la modernità. Tra i luoghi identificati da Scarpato per affrontare tali questioni abbiamo le opere «Vita di G.B. Vico scritta da se medesimo», l’orazione funebre per la morte della giovane Angela Cimmini, le «Orazioni inaugurali» (in particolare l’ultima, il «De Ratione» successivamente ampliata e pubblicata col titolo di «De nostri temporis studiorum ratione») e «Scienza Nuova».
Tra i luoghi identificati dallo studioso per affrontare tali questioni abbiamo le opere «Vita», l’orazione funebre per la morte della giovane Angela Cimmini, le «Orazioni inaugurali» (in particolare l’ultima, il «De Ratione» successivamente ampliata e pubblicata col titolo di «De nostri temporis studiorum ratione») e la «Scienza Nuova». Saldamente legata agli elementi e le motivazioni alla base della nota polemica anti-cartesiana, al termine del percorso proposto da Scarpato è possibile rilevare come le arti della dissimulazione si presentino in Vico come uno spettro di pratiche caratteristiche tanto dell’agire politico. Tuttavia, pur ravvisandone la necessità nell’ambito del governo (specialmente nella forma monarchica, basata sulla discrezionalità e sul segreto), respinge fermamente l’idea dell’opportunità della condotta dissimulatoria nella sfera quotidiana e civile
Bibliografia minima:
B. Croce, La filosofia di Giambattista Vico, Laterza, Bari 1922
G. Giarrizzo, Vico: la politica e la storia, Guida, Napoli 1981
P. Piovani, La filosofia nuova di Vico, Morano, Napoli 1990
A. Battistini, Vico tra antichi e moderni, Il Mulino, Bologna 2004
F. Tessitore, Un impegno vichiano, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2017
M. Sanna, Vico, Carocci, Roma 2020