Ripubblichiamo la scheda di presentazione al volume di Fabienne Martin-Juchat, L’aventure du corps (GUP, 2020) curata da Giovan Giuseppe Monti in occasione della discussione del volume tenutasi il 29 aprile 2021 con l’autrice e le studiose Stefania Mazzone e Maria Teresa Catena. Il video del dibattito
La studiosa francese Fabienne Martin-Juchat, responsabile del progetto Maison de la création et de l’Innovation dell’Università Grenoble Alpes ha recentemente pubblicato un volume da titolo L’aventure du corps. La communication corporelle, une voie vers l’émancipation 1
. Un interessante lavoro che, da un lato riassume alcuni dei più recenti sviluppi delle ricerche in campo antropologico relative alla comunicazione non verbale, dall’altro approfondisce e invita a riflettere su alcune delle principali questioni contemporanee relative al corpo: dal tema della salute e della malattia, al lavoro emozionale e l’impatto sul corpo dello sviluppo delle nuove tecnologie.
Il libro pone una serie di questioni, legate tanto alle esperienze di lavoro dell’autrice quanto all’attualità, al fine di sollecitare un dibattito e porre una rinnovata attenzione su di un argomento tanto complesso quanto poco affrontato da una parte del mondo accademico. Inoltre, l’autrice ha posto al termine del volume un utile glossario grazie al quale è possibile approfondire e avere un ulteriore chiarimento su alcuni termini ed espressioni chiave presenti all’interno del testo (ad esempio i concetti di Corps vivant e Corps normé sviluppati rispettivamente da Bernard Andrieu e Pierre Bourdieu).
Le genesi dell’opera ha una contestualizzazione temporale ben precisa. Ha infatti origine dai sentimenti di inquietudine e malessere scaturiti dal confinamento, dalle restrizioni e dall’evolversi degli eventi legati alla grave crisi sanitaria provocata dalla pandemia del Covid-19, che affligge il mondo da ormai un anno a questa parte. Secondo l’autrice, a questo drammatico evento, a questa crisi globale, è tuttavia da riconoscere un merito: l’aver rivelato quella parte nascosta, sommersa, di quello che definisce «l’iceberg della socialità», intesa come quell’insieme di vincoli, di legami e di interazioni (visibili e invisibili) tra i corpi che sorgono dalla nostra attitudine a vivere in società. Infatti, la necessità di imporre dei “gesti barriera” per salvaguardare se stessi e gli altri, ha rivelato e turbato il fragile equilibrio raggiunto da questo invisibile “edificio corporeo della socialità”. Un equilibrio raggiunto nel corso dei secoli grazie ai progressi della medicina, che aveva consentito alla società occidentale moderna di sviluppare una vera e propria cultura della libertà corporea, da un lato aprendo un vasto ventaglio di possibilità di conoscenza del sé, dall’altro divenendo un vettore di libertà ed emancipazione. La crisi sanitaria e la pandemia hanno improvvisamente interrotto questa nostra socialità basata sulla prossimità, mettendo in crisi un intero sistema che aveva, non senza difficoltà, trovato il proprio punto di equilibrio. In tale contesto Martin-Juchat si è interrogata sul ruolo che possono ricoprire le tecnologie digitali nella comunicazione corporea e su come favorire l’apprendimento di un’intelligenza legata corpo che sia in grado di rimetterlo al centro del processo di costruzione delle nostre identità.
Al più presto il nostro centro studi organizzerà un seminario di discussione di questo volume, con l’autrice.
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F. Martin-Juchat, L’aventure du corps. La communication corporelle, une voie vers l’emancipation, Grenoble, PUG, 2020.