Adam Tooze è uno storico britannico, docente presso l’Università di Columbia, conosciuto per una serie di importanti studi sull’economia europea, in particolare della Germania nazista, della prima metà del Novecento. Vincitore di diversi premi, è tra i principali osservatori e analisti dei contemporanei svolgimenti di politica economica internazionale. Attraverso il suo blog ha costantemente documentato e interpretato la crisi economico-finanziaria e bancaria che dal 2008 al 2018 ha attraversato il globo. I materiali raccolti sono confluiti in un importante volume pubblicato da Mondadori, Lo schianto. 2008-2018. Come un decennio di crisi economica ha cambiato il mondo.
In una recente intervista condotta da Seth Ackerman per la rivista statunitense Jacobin dal titolo All that was solid,Tooze restituisce un quadro di estremo interesse sugli esiti della crisi e sulle prospettive politiche europee e sintetizza le sue tesi. Nel suo volume, lo storico si era proposto di raccontare la crisi economica e finanziaria sviluppatasi dal 2008, e le sue conseguenze, non semplicemente a partire dal suo impatto sugli Stati Uniti. Un racconto, tuttavia, teso a metterne in luce la portata economica e storica di fondo.
La tesi dello storico è che questa crisi nasce nel contesto del capitale finanziario statunitense, frutto dalla sua stagnazione, e si trasmette all’Eurozona. Crisi dei mutui subprime statunitense e crisi del debito europea non sono quindi separate, ma l’indice della stretta interconnessione – effettivamente globale – dei mercati finanziari. In altri termini, essa è effettivamente una crisi di globalizzazione che non è tuttavia interpretabile nei consueti canoni della teoria macro-economica centrata sul ruolo preponderante dei sistemi produttivi nazionali e degli squilibri commerciali tra Stati. Piuttosto, la crisi ha messo in evidenza la straordinaria ampiezza delle “catene di valore”, ancora fortemente centrate sulla prevalenza del dollaro come moneta globale. Nel suo volume, tuttavia, Tooze mostra anche la diversa capacità di visione – quindi di governance – dell’ampiezza e complessità della crisi mostrata dal governo Statunitense e della Federal Reserve e delle istituzioni europee.
Il volume ha avuto un importante riscontro nel dibattito, tra i tanti contributi segnaliamo una utile recensione al volume proposta dallo storico californiano Jacob Soll sulle pagine del The New Republic che ne sintetizza le tesi principali e che solleva alcune questioni “di metodo” concernenti la natura delle fonti istituzionali utilizzate da Tooze.
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