L’espressione ragion di Stato appartiene al linguaggio ed alla cultura politica del tardo Rinascimento. Essa viene ancora oggi comunemente utilizzata per indicare il ricorso alla forza, al segreto o a strumenti eccezionali da parte del detentore del potere politico per la necessità di conservare il comando personale, di garantire l’ordine nella società o la sicurezza dello Stato.
Dalla fine del Cinquecento in poi, le diverse lingue europee traducono l’espressione italiana di “ragion di Stato” con Raison d’État, Reason of State, Razon de Estado, Staatsräson. Queste traduzioni rappresentano anche un adattamento ai particolari contesti storici, politici e istituzionali.
Le ricerche più recenti hanno mostrato come le teorie e le pratiche della ragione di Stato che attraversano il continente europeo tra Cinque e Seicento abbiano esercitato una funzione determinante nei processi di razionalizzazione politica moderna. Riflettendo intorno alla ragione dello Stato, esse hanno contribuito a pensare e quindi produrre lo Stato stesso. In tal senso, la letteratura della Ragion di Stato s’inserisce sia nei percorsi storici e teorici che dall’Aristotelismo politico giungono alle teorizzazioni moderne della sovranità, sia negli effettivi percorsi storico-istituzionali e politici in cui essa, come arte pratico-politica, si misura con il problema del governo.
Resta ancora oggi necessario interrogarsi sull’esperienza storica e teorica delle Ragion di Stato per porre in risalto, nella cosiddetta globalizzazione, quanto ancora attuale sia l’indagine sulle ragioni dello Stato o, se si vuole, sulle ragioni che lo fondano, lo giustificano e ne orientano l’azione. Allo stesso modo, restano attuali i problemi relativi alle arti, alle tecniche e alle tecnologie del governo.
Tanto nei suoi percorsi teorici, quanto nelle sue differenti realizzazioni politiche e istituzionali, la ragion di Stato si è quindi intrecciata con i percorsi storici di costituzione dello Stato moderno, qualunque forma istituzionale esso abbia di volta in volta assunto. Pertanto, non è oggi eludibile la questione delle implicazioni etiche, giuridiche e normative tra lo Stato democratico, la ragion di stato e la globalizzazione.
Il Centro studi intende quindi proseguire e rivitalizzare gli studi sulla “ragion di Stato”, sulle ragioni di Stato e dello Stato, secondo un approccio fortemente pluridisciplinare e con un espresso sguardo al presente democratico.
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